COME CREARE UNA MAPPA CON GECO

GECO è un programma usato dall’equipe educativa di CentroLab28, utile per i bambini con DSA e altri bisogni educativi speciali. Questo software aiuta a semplificare lo studio e i compiti assegnati attraverso mappe, sintesi, immagini e suoni.

L’applicazione presenta sei ambienti di lavoro: quaderni, libri, mappe, attività, matematica e web.

Oggi approfondiremo come realizzare una mappa su GECO.

La mappa è formata principalmente da nodi concettuali e frecce che seguono una struttura gerarchica di importanza dell’argomento. Il nodo ha una forma rettangolare e serve per sintetizzare i concetti più importanti dell’argomento che si sta studiando. Per collegare i vari nodi, si usano le frecce che compaiono trascinando la maniglia, dove si inseriscono le parole ponte in modo da trovare i collegamenti più facilmente.                                                                                                               Per mantenere attiva l’attenzione, qualsiasi nodo appare sempre al centro, ma attraverso il simbolo della mano si può riposizionare la mappa dove si desidera.

Con GECO, si possono modificare in qualsiasi momento i caratteri, i colori delle frasi e delle frecce, cambiare forma e colori dei nodi, allineandoli per dare un ordine visivo alla mappa.

Una funzione importante è la sintesi vocale, che ci aiuta  a memorizzare le informazioni leggendole per noi in ordine di importanza.

Il lavoro può essere salvato in formato JPG, esportando in questo modo l’immagine della mappa, potrà essere usata in qualsiasi dispositivo elettronico che supporta le immagini.

Presenta anche diverse modalità di stampa, per esempio stampandola in 4 fogli A4, può essere usata come cartellone da appendere.

È possibile affiancare il libro digitale a destra o a sinistra della mappa, e selezionare direttamente i concetti e le immagini dal libro, incollarli nei nodi attraverso la barra interazioni, e trasportare la mappa direttamente sul libro digitale.

È utile precisare che non esistono mappe giuste o sbagliate, sono personali, è fondamentale che si adattino al proprio stile di apprendimento.

Immagine ed articolo di Ilaria Veronese
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